Note di regia 2019

TOSCA

…e nessuno sopravvive ….

In una Roma lugubre e per niente pittoresca si svolge una vicenda altrettanto nera, quasi gotica, fatta di desideri malsani e tragici epiloghi, dove l’amore è solo un episodio di passaggio. C’è chi si diverte col delitto, e c’è chi lo usa per difendersi.

In questa storia, un tenebroso e sleale potente, per il suo piacere, mente, promette, tende trappole e imbroglia.
Assolda ex criminali per costituire una squadra finalizzata ad ogni sorta di “lavoro sporco”: una polizia segreta munita di tutte le licenza. Dei sadici come lui. Trascinano le loro vittime in camere segrete ad un passo dalle feste dove la musica delle gavotte copre le urla dei torturati.
Sono palazzi di potere, cupi e sinistri. Edifici dove si stratificano memorie inconfessabili, si nascondono i documenti pericolosi e dove si abusa.
Sono il centro oscuro della città.

Una città non solare, dove per sopravvivere bisogna non vedere, ma guardarsi le spalle.
Non è sufficiente comportarsi bene, perché le regole vengono fatte e interpretate di volta in volta.
Tutto può diventare motivo di arresto e condanna.

Mentre nelle strade rimbomba sinistro il suono dei pedinamenti, nella chiesa s’appresta la pompa magna di un grandioso rito dal tono segreto e oscuro, con paramenti e processioni. Non è una cerimonia per tutti: gli adepti di ogni ordine e grado sono precettati, ma la gente comune viene tenuta a debita distanza.

Le cattedrali non sono più rassicuranti ripari per gli abitanti della città: anche lì arrivano gli occhi indiscreti delle spie.
L’attenzione non è mai abbastanza e reagire non porterà a niente di buono: tutti sono destinati a perdere.
In questa storia le tenebre sono all’interno delle cupe cattedrali e dei lugubri palazzi.
Fuori, invece, la notte è illuminata da bellissime stelle e dalla luna piena.
Ma sono un’illusione: spariranno senza dare soccorso.

Spesso si associa la fine con il buio, ma in questo caso è l’esatto contrario,
quando l’alba arriva, è solo per portare il tragico epilogo.

Questa volta l’amore non comanda …e nessuno sopravvive.

Ivan Stefanutti